La storia del Salento passa anche dai suoi Menhir, silenziosi testimoni di antiche culture e di popolazioni che hanno abitato queste terre nella preistoria.

I Menhir testimoni di una storia lontana

I menhir sono dei monoliti, dei blocchi di pietra la cui altezza non supera i 5 metri e del cui utilizzo non si sa molto, ecco perché spesso intorno ad essi si sono sviluppate leggende e sono state attribuite proprietà magiche.

I menhir, il cui nome deriva dal bretone, appaiono come delle pietre conficcate nel terreno ed hanno una forma generalmente quadrata che spesso si assottiglia verso l’alto. È stato osservato che le facce sono orientate verso i quattro punti cardinali ed in genere quelle più grandi sono rivolte a sud e nord. Nel corso dei secoli, poi, sono stati utilizzati in vari modi, persino nel corso delle processioni pasquali, come stazioni sotto le quali fermarsi a pregare. Ecco perché su alcuni di essi sono stati rinvenute tracce di croci incise a pietra. Poco si sa, invece, della loro funzione originaria, forse tombe oppure altari o, ancora, simboli legati alla fertilità. Nel Salento sono presenti numerosi menhir, spesso nelle vicinanze dei dolmen, soprattutto concentrati nelle zone di Minervino, Giurdignano, Martano ed Otranto.

In viaggio alla scoperta dei Menhir del Salento


Il tour può iniziare dal Giardino Megalitico d’Italia, a Giurdignano dove sono presenti circa 25 fra dolmen e menhir e fra i quali spicca quello denominato Madonna di Costantinopoli che raggiunge i 3 metri e si trova vicino alla omonima chiesa.

Altri degni di nota sono il Monte Tongolo, il Vico Nuovo, il Palanzano ed il San Vincenzo oltre alla Madonna del Rosario che rappresenta una tipica trasformazione di un menhir in una colonna votiva cristiana. A Giurdignano, però, il monolite più interessante è il San Paolo, chiamato così perché si trova vicino alla cripta bizantina intitolata al santo. Essa mostra un buco sulla sommità che si pensa potesse ospitare una croce. S

postandosi di soli 7 chilometri si giunge a Giuggianello dove si trovano il menhir Polisano ed il Quattromacine realizzato in tipica pietra leccese. A Martano, invece, sorge il megalite più altro di tutta la puglia (4,70 m) chiamato Santu Totaru. Ancora, a pochi chilometri da Otranto il menhir Serra di Monte Vergine chiamato così perché sorge nell’omonima località.

Altre strutture megalitiche presenti in salento, che si affiancano ai dolmen ed ai menhir, sono le specchie ovvero dei cumuli di pietre sovrapposte che spesso raggiungevano anche i 15 metri. Ne sono stati rinvenuti molti nella provincia di Lecce, come ad esempio a Nardò, Alliste, Martano, Cavallino o Zollino. Insomma perché arrivare lontano per ammirare testimonianze di un passato remoto, quando il Salento offre tutto questo ed anche molto di più?

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